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01 giugno 2017

ALCHIMIA DELLA RINASCITA

Datemi un pomodoro: vi farò innamorare


Il pomodoro è stato importato in Europa dall’America del sud durante il 1500, probabilmente da Cortès.
La sua diffusione fu molto rapida, soprattutto grazie ai poteri magici ed afrodisiaci che gli venivano attribuiti, tanto da meritarsi in numerose lingue europee il nome di pomo d’amore (love apple, pomme d’amour, Libesapfel...).

Per lungo tempo il suo valore alimentare venne snobbato, del resto le abitudini alimentari dell’epoca non offrivano molto spazio ad un alimento che di per sé non saziava il popolo e che non poteva neppure essere assimilato alle spezie, come il cacao e la cannella, che godevano di grande prestigio sulle tavole altolocate. Il nostro pomodoro veniva invece utilizzato come pianta ornamentale, per terrazze e giardini, oltre ad essere regalato come pegno d’amore. Trascorsi secoli, non è neppure il caso di soffermarsi sulla fortuna che questo ingrediente ha avuto nella cucina internazionale, al punto da diventare un’icona della bontà e della dieta mediterranea.

Vogliamo qui restare nel solco dell’aspetto più romantico di questa pianta erbacea, le cui foglie profumano di fresca estate e di orti segreti, regalandoci un’emozione olfattiva unica e speciale. Che trionfo dei sensi, che felicità per corpo e spirito in un solo vegetale! Assaporate, annusate e innamoratevi anche voi.

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01 giugno 2017

TALES IN MILAN

“Dialogo nel Buio”: non occorre vedere per guardare lontano


Dal 2005, a Milano, c’è un percorso speciale, così reale e pieno di magia, un percorso sensoriale “meno un senso”, quello della vista, infinitamente ricco di emozioni e di stimoli alla riflessione.

Nella meravigliosa sede dell’Istituto dei Ciechi di via Vivaio chiunque di noi può fare un viaggio di circa un’ora nella totale oscurità, trasformando semplici gesti quotidiani in un’esperienza straordinaria. Che si tratti di bere un caffè oppure di fare una camminata, la totale assenza di luce nell’ambiente cambia il nostro modo di relazionarci con lo spazio e gli oggetti, obbligandoci a “vedere” con il tatto, l’udito, il gusto e l’olfatto.

Piccoli gruppi di visitatori, guidati da un non vedente, esplorano diversi ambienti, incluso un bar, immersi nel buio totale e commentano le situazioni in cui si trovano. Qui affiora la capacità individuale di scoprire nuove dimensioni, di sperimentare l’intensità di sapori e profumi, in assenza di luce. Qui si può iniziare a capire che la vita, per quanto disorientante e sconcertante possa essere, riserva sempre una possibilità di conoscenza, e che la luce del cuore e della mente arrivano dove l’occhio non può arrivare. Grazie, Milano.



Dialogo nel Buio si trova presso l'Istituto dei Ciechi di Milano, in via Vivaio 7
Telefono: 02 77 22 62 10
email: dialogonelbuio@istciechimilano.it (l'email è da utilizzare per informazioni, le prenotazioni sono solo telefoniche)

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15 maggio 2017

MOMENTI PER SÈ

L’illustre giardino della Kolymbethra ad Agrigento


Chiamata dagli antichi greci la “Piscina degli Dei”, si racconta che la Kolymbethra fosse una grande vasca-vivaio contenente una ricercata vegetazione e una variegata fauna acquatica, al cui interno si gettavano le acque degli acquedotti risiedenti nel Giardino.

Il Giardino omonimo fu inizialmente luogo di ristoro dei tiranni akragantini e, successivamente, divenne anche punto di ritrovo per gli abitanti dell’antica città, in cui le donne si recavano per lavare i panni e la gente a rinfrescarsi tra le acque della limpida piscina. Dopo più di un secolo la grande vasca fu interrata e trasformata in orto e in giardino. Lasciati, poco alla volta, all’abbandono, i cinque ettari della Kolymbethra offrono oggi, grazie alle cure del FAI, una notevole varietà arborea, con piante tipiche della macchia mediterranea, come il mirto, il lentisco, il terebinto, la fillirea, l’euforbia e la ginestra.
Nel terreno pianeggiante del fondovalle si estende l’agrumeto che con limoni, mandarini e aranci di antiche varietà, viene irrigato secondo le tecniche della tradizione araba. Dove l’acqua non arriva, nascono gelsi, carrubi, fichi d'india, mandorli e giganteschi olivi “saraceni”.

Leggiamo, sul sito del FAI:
“La Kolymbethra rappresenta, per caratteri percettivi, ambientali e produttivi, il paesaggio più illustre dell'arboricoltura siciliana, ovvero quello irriguo dell'agrumicoltura. In Sicilia gli impianti di agrumi si chiamano "giardini" proprio per sottolineare la loro bellezza, oltre che la finalità produttiva. Il profumo della zagara assume così il senso di una presenza arborea che non è mai legata solo alla produzione, ma anche al piacere.
Secondo le testimonianze dei contadini del luogo, fino agli ultimi decenni del Novecento la Kolymbethra venne coltivata ad agrumeto e a orto e mantenne l'aspetto di un meraviglioso giardino profumato di limoni e di aranci e ricco di mandorli, olivi, gelsi, melograni e fichi d'india”.

Ecco un’altra autentica meraviglia de La Valle dei Templi, tesoro non solo archeologico ma anche botanico e paesaggistico. Buona permanenza!


Giardino della Kolymbethra
Valle dei Templi (Agrigento)
Tel. 335 1229042 - Fax 0922 416787
E-mail: faikolymbethra@fondoambiente.it
visitfai.it/giardinodellakolymbethra
Orari di apertura:
Lunedì – Domenica
Da Aprile a Giugno: 10.00 – 18.00
Da Luglio a Settembre: 10.00 – 19.00
Da Ottobre a Marzo: 10.00 – 17.00
Chiuso dal 7 al 31 Gennaio e nelle festività
immagine: fondoambiente.it

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15 maggio 2017

RACCONTI DI RINASCITA

Ceronetti, Per non dimenticare la memoria


La memoria, preziosa compagna del cammino dell’umanità, è ancora una grande sconosciuta, apprezzata soprattutto in fase di indebolimento, quando ancora non è svanita ma siappresta a farlo, lasciando negli individui un senso di terrificante smarrimento.



L’autore, non più nel fiore della gioventù (anno di nascita 1927) e con i primi sintomi di smemoratezza, fa appello a tutta la sua esperienza e alla sua conoscenza per rivelarci una ricchezza di vita davvero invidiabile.

Gli spassosi consigli al genere umano per “conservare, preservare, far durare per quanto si può la memoria nei vecchi che ne patiscono le oscurità e i tramonti,nei giovani prima che patologie precoci e decadimenti psichici…li agguantino” spaziano dalla letteratura agli scioglilingua e, soprattutto, mettono in guardia contro la E-Memoria, surrogato della realtà che abbrutisce le giovani menti rendendole schiave nella stalinificazione del pensiero.



Meditate lettori, meditate.



Guido Ceronetti, Per non dimenticare la Memoria
Adelphi edizioni

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