La Galleria d’Arte Moderna Milano è la più grande esposizione di opere dell’Ottocento, collocate nei primi due piani della Villa Reale, la cui visita vale tanto quanto le opere, per la bellezza e per la storia che rappresenta, avendo seguito in parallelo le vicende della città. Villa Belgiojoso infatti viene edificata su progetto di Leopoldo Pollack tra il 1790 e il 1796 come residenza del conte Lodovico Barbiano di Belgiojoso, di ritorno a Milano dopo un'importante carriera nella diplomazia europea al servizio della casa d’Austria. Il giardino all’inglese della Villa, da lui voluto, è il primo a Milano, nonché una delle ragioni di maggiore ammirazione e novità per i visitatori contemporanei. La Villa passa poi nelle mani dei Francesi divenendo anche residenza del governatore militare di Milano, Gioacchino Murat, e sontuoso scenario di pranzi e feste da ballo.
Nel 1804 è Melzi d’Eril ad acquistare la Villa dagli eredi Belgiojoso per farne dono a Napoleone, nella cui occasione prende il nome di “Villa Bonaparte”. Nel 1806, dopo aver accolto ospiti illustri quali Camillo e Paolina Borghese e Letizia Ramolino, madre dell’Imperatore, la Villa diventa residenza della coppia vicereale formata da Eugenio di Beauharnais, figlio adottivo di Napoleone, e dalla principessa Amalia di Baviera, i quali, preferendola alla reggia, promuovono un grande intervento decorativo che interessa il piano superiore.
E’ il luogo in cui si firma la cosiddetta “Pace di Milano” (documento con cui il 6 agosto 1849 è decretata la resa della città all’Austria nella persona del maresciallo Radetzky, poi governatore generale del regno Lombardo Veneto e a sua volta abitante della Villa, tra il 1857 e il 1858); è dimora di Napoleone III. Accoglie infine il maresciallo Vaillant, comandante dell’esercito francese in Italia all’alba dell’Unità. Dopo l’Unità la Villa viene assegnata alla Corona d’Italia ed entra in un lungo periodo di relativo abbandono. È solo grazie al passaggio al Demanio comunale, nel 1920, che si trasforma nell’attuale Galleria d’Arte Moderna.
Il percorso espositivo prende avvio dalle prime sei sale, volte a illustrare temi e personaggi del Neoclassicismo, fra i quali spiccano i capolavori di Appiani e Canova. Due intere sale sono dedicate al genere del ritratto, con particolare attenzione alle opere di Hayez. La stagione romantica è ripercorsa attraverso gli artisti principali (Faruffini, Mosè Bianchi, Induno, Piccio) e nella sala monografica dedicata alla Scapigliatura. La ricca stagione divisionista, infine, è rievocata in una serie di sale tematiche: Segantini, Grubicy, Longoni, fino ai dipinti di soggetto sociale di Morbelli, Sottocornola e Nomellini. Dopo la sezione con i capolavori di Medardo Rosso, il percorso al primo piano si conclude con le pitture simboliste di Previati e Segantini.
La visita prosegue al secondo piano con la Collezione Grassi, raccolta di capolavori di pittura italiana e straniera dal XIV al XX secolo, cui si aggiunge un nucleo di opere di arte orientale. Fra le opere esposte, pezzi unici di Manet, Cézanne, Van Gogh, Gauguin. In continuità con la precedente, si visita infine la Collezione Vismara, che raccoglie opere di pittura e scultura del Novecento italiano (Carrà, De Pisis, Modigliani, Morandi, Sironi) e straniero (Picasso, Matisse, Renoir, Vuillard, Rouault, Dufy).
Ritagliatevi uno spazio per questo viaggio nel tempo, ammirando opere eterne capaci di arricchirci profondamente.
GAM - GALLERIA D’ARTE MODERNA
Via Palestro 16
20121 Milano
Telefono 02 884.459.47
“Se decidi di giocare, gioca bene”. Fedele a questo motto, la scrittrice esordisce raccontandoci il suo primo, inaspettato approccio con l’arte della coltivazione, non voluto. Trovandosi di fronte ad un terreno che correva il rischio di divenire incolto e abbandonato, non riesce a negarsi e s’impegna a tenerlo vivo. Cosi, grazie alle sue abili mani, il terreno conosce una nuova stagione felice. Inizia da questo evento inatteso l’esperienza della scrittrice con l’orto e con la dimensione del coltivare, cosi legata alla terra ma che scopre man mano esser estremamente vicina allo spirito. Educando la terra, l’uomo educava sé, o come scriveva un filosofo greco “l’uomo è a se stesso il campo da coltivare, la buona semente il contadino esperto”.
Affascinante è il viaggio in cui ci guida l’autrice nei dettagli di aratura, semina, nelle tappe di crescita dalla semente all’ortaggio, nell’attenzione sempre fondamentale (citando Simone Weil “Mai, in nessun caso, un vero sforzo di attenzione va sprecato), nella Cura come esercizio e impegno quotidiano: aver cura di un orto è un modo di amare e curare la Vita. Cura esemplificata nel dare acqua, nel sostenere, scacchiare, cimare e sarchiare…perché ciò che conta non è il riuscire ma l’aver cura come base che rende possibile l’esistenza umana in quanto umana. Attraverso la descrizione di questi piccoli ma concreti e continui gesti d’amore, attraverso la descrizione del prezzemolo e della zucchina, può sembrare paradossale ma in realtà comprendiamo appieno il senso della vita e la sua dimensione contemplativa che, come dice Panikarr, non è né pura contemplazione né azione sola; piuttosto è l’azione contemplativa e la contemplazione attiva, la vita non scissa. Il suo nome è saggezza”.
Adriana Bonavia Giorgetti
L’arte di coltivare l’orto e se stessi
Ponte alle grazie
Se ancora non siete passati dai Bagni misteriosi, affrettatevi! Lo spazio, riqualificazione dell’ex Centro Balneare Caimi, rinominato Bagni misteriosi, chiude il 28 gennaio!
Situato a ridosso di Porta Romana, una delle sei porte principali di Milano, anche detta la porta imperiale perché costituiva la principale porta di accesso di Milano, dato che da essa partiva la strada che portava all'Antica Roma, e tuttora caratterizzata dalla presenza dell'arco monumentale del 1596 voluto da Filippo III di Spagna, questo spazio è divenuto un’incantevole racconto d’inverno.
Sotto la Direzione artistica di Andrée Ruth Shammah , curato in tutti i dettagli, dall’armonia dei colori alla scelta dei materiali, murales e sound design compresi, quest’area ha preso vita il 7 dicembre con la trasformazione della piscina in Patinoire a scena aperta, in un’atmosfera magica, ricreata anche attraverso laboratori, momenti di arte e teatro che contribuiscono a potenziare l’incanto. Un progetto di non facile realizzazione ma che, grazie ai contributi privati e pubblici, si è trasformato in un bel regalo per tutta la città. Fino alla fine di gennaio sono ancora disponibili laboratori di arte e magia aperti al pubblico, prenotabili on line sul sito dei bagni misteriosi oppure telefonicamente.
Non perdetevi quest’esperienza di Rinascita!
Bagni misteriosi
Via Carlo Botta 18, Milano
info@bagnimisteriosi.com
www.bagnimisteriosi.com
T. +39 02 8973 1800
Il 1° di febbraio ha inaugurato al Museo Mudec la mostra “Frida Kahlo. Oltre il mito”, un progetto espositivo frutto di sei anni di ricerche, con la curatela dell’appassionato Diego Sileo. Per la prima volta in Italia, grazie a Tender to Art, tutte le opere del Museo Dolores Olmedo e della Jacques and Natasha Gelman Collection, le due più importanti e ampie collezioni di Frida Kahlo al mondo, insieme alla partecipazione di autorevoli musei internazionali che hanno prestato alcuni dei capolavori dell’artista messicana mai visti nel nostro Paese. Una mostra incentrata sull’opera artistica più che sul personaggio, indubbiamente iconico, dispiegata in 4 sezioni: la donna, la terra, la politica, il dolore.
La donna, prima sezione, mette in luce Frida Kahlo, la prima artista donna a fare del proprio corpo un manifesto, ad esporre la propria femminilità in maniera diretta, esplicita, a volte violenta, rivoluzionando irrevocabilmente il ruolo femminile nella storia dell’arte. La seconda sezione, La terra, ricorda come Frida Kahlo si sia sempre identificata con la sua Terra e nella sua opera abbia gradualmente sviluppato un interesse nuovo per gli elementi della natura, stabilendo attraverso questi una serie di relazioni. La terza sezione affronta il lato politico, indissolubilmente legato a tutta l’attività di Frida. Resistenza sociale e opposizione, mai ideologica comunque.
Infine l’ultima sezione, dedicata al Dolore. L’arte di Frida Kahlo è marcata da una qualità pittorica potente ed espressiva e da una violenza dell’immagine che inevitabilmente sfocia in una vera iconografia del dolore: le sue immagini sono cosi potenti da creare disagio, ansia, paura, orrore. Impossibile restare indifferenti.
Andare “Oltre il mito” è proprio l’obiettivo di questa ricca esposizione milanese, andare cioè oltre la visione semplicistica della relazione tra la vita e l’opera dell’artista messicana, dimostrando che per un’analisi seria e approfondita della sua poetica è necessario spingersi al di là degli angusti limiti di una biografia e andare oltre quel mito consolidato e alimentato dalle mode degli ultimi decenni. L’appuntamento milanese evidenzierà come Frida Kahlo nasconda ancora molti segreti e racconterà - attraverso fonti e documenti inediti svelati nel 2007 dall’archivio ritrovato di Casa Azul (dimora dell’artista a Città del Messico) e da altri importanti archivi qui presenti per la prima volta con materiali sorprendenti e rivoluzionari (archivio di Isolda Kahlo, archivio di Miguel N. Lira, archivio di Alejandro Gomez Arias) nuove chiavi di lettura della sua produzione. Una donna coraggiosa, libera, sincera, portatrice di un messaggio ancora cosi contemporaneo, rivoluzionario e potente. Buona Rinascita!
FRIDA KAHLO
Oltre il mito
Mudec – Museo delle Culture di Milano
Via Tortona 56
Milano
Dal 1° febbraio al 3 giugno 2018