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13 febbraio 2018

ALCHIMIA DELLA RINASCITA

“Dipingo i fiori per non farli morire”


“Dipingo i fiori per non farli morire”
Un viaggio olfattivo attraverso l’immaginario di Frida


Frida amava le piante e la natura e considerava il giardino di Casa Azul un luogo di benessere e ispirazione. I fiori erano ovunque, tra i capelli, a cingere il suo sguardo fiero, da icona pop di forza come poi nel tempo è diventata. I fiori e la natura sono ovunque nelle sue opere. L'amore della pittrice per piante, frutta e fiori si esprime soprattutto nelle nature morte.
Amava usare frutti e fiori locali come mezzo per valorizzare il patrimonio e la nazionalità messicana. Il giardino richiamava il gusto europeo del diciannovesimo secolo per felci e palme a cui si aggiungevano piante autoctone come agavi, cactus e fichi d'india, che crescevano insieme a alberi di mele cotogne e di albicocche, di melagrane e arance. I fiori e i frutti del giardino venivano poi utilizzati per creare composizioni sul grande tavolo da pranzo, dove erano protagonisti iris blu e bianco, dalie, calle, viole e calendule.
Spesso l'artista conservava dei fiori tra le pagine dei libri e li lasciava essiccare. Questi elementi naturali sono stati talmente importanti che il Botanical Garden di New York vi ha dedicato una mostra nel 2015.
Il simbolismo di fiori, piante ed animali nelle sue opere è ricchissimo e ci limitiamo qui solo ad alcune suggestioni: la magnolia, fiore molto diffuso in Messico, valorizzato dagli aztechi, inebriante e dalla vita breve (come Frida), cosi come l’Hibiscus. I cactus, la sua mexicanidad. Bouganville e coda di pavone come espressione della vanità del travestitismo e apertura e accoglienza, tipici di Frida. Colibrì, in cui Frida amava identificarsi, venerato da Maya e Aztechi, e fiori di dalia, simbolo di femminilità, riconoscenza, libertà, molto presenti in Messico. Rovi e spine a simboleggiare il dolore cui l’artista è stata sottoposta. E poi margherite, calle, azalee, sterlizia, crisantemi ed infine, per noi estremamente significative, le foglie di acanto, simbolo di Rinascita.
Buon coloratissimo, profumatissimo, magico Viaggio alla scoperta di questa artista unica! Lasciatevi ispirare!


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13 febbraio 2018

RACCONTI DI RINASCITA

FROM FRIDA WITH LOVE


“Fratello: non so dirti nulla della tua felicità. Che cosa si può dire quando incomincia la vita?...” scrive Frida nell’agosto del 1927 a Lira (da lei affettuosamente soprannominato Chong Lee per la sua forte passione per la cultura cinese) una delle sue relazioni-amicizie-alleati. La raccolta di lettere contenute in questo libro, molte inedite e tradotte per la prima volta in italiano, possono aiutare a comprendere la caratteristica principale del profilo di Frida Kahlo: il cuore, e la sua polivalenza.

Fu figlia, artista, moglie, amica, amante, confidente, militante politica, teorica, agitatrice, rinnovatrice, donna del suo tempo. Attraverso queste lettere ci addentriamo nel mondo raro di Frida, un mondo senza regole, quasi esclusivamente interiore, un mondo fatto dai nostri sogni e dalle nostre paure, riflesso dei nostri stati d’animo. Le lettere raccontano anche la cesura tra il prima e il dopo lo spaventoso incidente occorso a Frida, trasformando l’adolescente allegra e innamorata in un personaggio di tragica grandezza, capace sempre e nonostante tutto di mantenere una profonda voglia di vivere.

La selezione è a cura di Diego Sileo, teorico e storico d’arte, curatore del PAC (Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano) dal 2013, il cui lavoro si è concentrato sulle esperienze e sulle teorie relative alla performance e alle poetiche corporee. Ha ideato, tra le altre, le mostre di Vanessa Beecroft, Yayoi Kusama, Franko B, e curato le mostre personali di Marina Abramović e Regina José Galindo. Studioso dei processi della creazione estetica in Sudamerica, ha frequentato corsi di specializzazione presso l’Università di Città del Messico e l’Università di Buenos Aires, e nel 2010 ha fatto parte, come unico membro europeo, del progetto di ricerca sul nuovo archivio di Frida Kahlo e Diego Rivera del Museo Frida Kahlo di Città del Messico. Una guida unica e profondamente appassionata, capace di aprirci il cuore di Frida…e, ci auguriamo, un pò anche il nostro. Buona lettura!



Diego Sileo
FROM FRIDA WITH LOVE
Lettere di Frida Kahlo
A cura di 24ORE CULTURA

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13 febbraio 2018

MOMENTI PER SÈ

MUDEC -Museo delle Culture


Inserito nel Design District per eccellenza, il MUDEC è il luogo d’incontro fra le culture e la comunità. Il progetto del Museo delle Culture ha origine negli anni 1990 quando il Comune di Milano acquista la zona ex industriale dell’Ansaldo per destinarla ad attività culturali. Nello scenario architettonico delle fabbriche dismesse, il Comune di Milano progetta un polo multidisciplinare dedicato alle diverse testimonianze e culture del mondo. L’area espositiva del Museo, al primo piano, si sviluppa intorno ad una grande piazza centrale coperta e ospita la sezione del percorso museale con le opere della collezione permanente e le sale dedicate alle grandi mostre temporanee. Completa lo spazio l’auditorium, un teatro dedicato alle performance e alle arti visive. Al piano terra bistrot, design store, sala Forum delle Culture, spazio per la didattica, laboratorio di restauro. Il MUDEC Lab infine è uno spazio interamente dedicato ai bambini, che propone visite guidate e divertenti laboratori tematici legati al percorso museale e alle mostre in corso.
In perfetto dialogo con la mostra di Frida Kahlo e coerentemente con il progetto del Mudec, l’esposizione “IL SOGNO DEGLI ANTENATI. L’archeologia del Messico nell’immaginario di Frida Kahlo.” è un articolato racconto fatto di oggetti archeologici ed etnografici messicani della collezione permanente del MUDEC, foto storiche e immagini di opere di Frida Kahlo, che mostra come il mondo indigeno e il passato precolombiano abbiano costituito elementi fondanti della pratica artistica dell’artista messicana.


Il Mudec vale una visita anche solo per la bellezza della struttura, progettata dall’architetto David Chipperfield, il cui tratto saliente è il contrasto tra le linee curve dello spazio di transito centrale e i volumi geometrici e regolari delle singole sale espositive, ulteriormente accentuato dalle diverse gradazioni di luce e colore dei diversi ambienti. Buona visita!


Mudec
Museo delle Culture di Milano

Via Tortona 56
Milano

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19 gennaio 2018

ALCHIMIA DELLA RINASCITA

Il Coriandolo


Il coriandolo, nota presente nella nostra piramide olfattiva “accordo di pepe e spezie”, era molto conosciuto in antichità e suggerito nei testi anche da Plinio il Vecchio come antidoto ai malesseri influenzali. Questa spezia è ricca di proprietà ma anche di curiosità!!!
La parola coriandolo deriva infatti dal termine latino Coriandrum che a sua volta trova le radici nella parola greca corys (cimice), seguita dal suffisso -ander (somigliante). Il nome di questa pianta si riferisce all’ odore particolare che emana fino al periodo della maturazione dei frutti e infatti è conosciuta anche come erba cimicina. Altra curiosità legata al nome di questa spezia è il motivo per cui oggi chiamiamo coriandoli i pezzetti di carta colorata che per tradizione si lanciano a Carnevale: nel XV secolo durante i festeggiamenti si lanciavano confetti che spesso consistevano in semi di coriandolo glassati. Nel tempo questi dolcetti di zucchero si sono trasformati fino a diventare i dischetti di carta che conosciamo oggi e che hanno mantenuto il nome della spezia che hanno sostituito.
La pianta da cui si ricava il Coriandolo appartiene alla famiglia delle Ombrelliferae ed è originaria dei Paesi del Mediterraneo. Del coriandolo sono utilizzate sia le foglie, più piccanti e apprezzate soprattutto in Oriente (per questo è conosciuto anche come prezzemolo cinese), che i frutti, granelli simili al pepe, gialli e dal sapore dolciastro che ricorda i limoni.
Il coriandolo è carminativo, antispasmodico e stomachico, è quindi un buon rimedio naturale contro tutte le difficoltà digestive . Ha un effetto stimolante e antibatterico ed è un ottimo ingrediente per le miscele di spezie per il suo sapore delicato. Lo troviamo tra gli ingredienti del curry e del garam masala, la miscela di spezie indiana, ma è utilizzato in tutta la cucina internazionale, dall’Oriente al Messico, nonché nella preparazione di liquori e digestivi come Gin e Chartreuse. Non vi resta che testarne le numerose qualità!!!

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