Quante sorprese a Milano. Pochi sanno cosa sta succedendo nella preziosa Sala delle Asse del Castello Sforzesco, dipinta da Leonardo da Vinci alla fine del ‘400 e chiusa per restauro da circa un anno. Aleggia un certo mistero intorno alle nuove scoperte ancora ufficiose degli specialisti al lavoro. Ciò che trapela, tuttavia, ha del meraviglioso e testimonia ancora una volta l’intimo legame della città di Milano con il più grande genio del Rinascimento (e forse di tutti i tempi): la decorazione della sala parrebbe essere un vero e proprio trattato di botanica, tradotto in pittura, dal grande valore naturalistico. Se così fosse (non ci sono smentite ad oggi) saremmo testimoni dell’ennesima meraviglia leonardesca, un vero e proprio paesaggio di piante e fiori del tutto simile a quello che l’autore poteva vedere dalle finestre del Castello. Nessuno finora aveva evidenziato la valenza scientifica di questo lavoro, limitandosi a considerarlo come pura decorazione. A noi, non avendo ancora la conferma di questa ipotesi, piace pensare a un Leonardo intento alla raccolta di piante e fiori nella nostra bella città, compiaciuti e commossi per tanto amore e tanta bellezza.
Ci sono libri molto poetici, che per semplicità e bellezza (le due cose sovente coincidono) commuovono all’istante. Italo Calvino, si sa, è un grande maestro di favole contemporanee e di racconti “quasi realistici” e il suo Marcovaldo che cerca la natura in città ispira nel lettore una tenerezza immediata. Il libro è composto da venti novelle, suddivise nelle 4 stagioni, il cui protagonista è sempre lui, lo stralunato Marcovaldo. Egli è un’anima candida, padre squattrinato di una famiglia numerosa, che sogna da cittadino spaesato qual è un improbabile ritorno alla natura. Il contesto in cui vive è una sorta di non-luogo: una città indeterminata e quasi astratta, simbolo di ogni ambiente urbano, in cui le buffe disavventure del nostro personaggio assumono un significato universale, ricordandoci tutto il nonsenso connesso alle nostre esistenze umane, una sorta di viaggio tra illusione e disillusione, tra slancio e solitudine, con un fondo agrodolce che pervade il lettore via via che si addentra nelle vicende. Marcovaldo però non è un pessimista: egli è sempre pronto a rimettersi in gioco, a cercare nuovi espedienti, a scoprire nuovi e più congeniali angoli di mondo. La grandiosità dell’autore nel mantenere anche nei racconti più brevi un lirismo assoluto completa la genialità di questo libro, adatto a chi non si rassegna, grande o piccino che sia.
Italo Calvino – Marcovaldo
Edizione Oscar Mondadori
Evento di spicco per la celebrazione dei 150 annidal primo trattato di amicizia e di commercio tra il Regno d’Italia e l’Impero del Giappone, la mostra “Hokusai, Hiroshige, Utamaro. Luoghi e volti delGiappone” è un itinerario nella storia dell’arte orientale attraverso leopere dei tre grandi artisti dell’ukiyo-e. Una selezione di 200 xilografie policrome e libri illustrati ci accompagnano nell’universo di una cultura lontana, che tratta i temi della natura, del paesaggio e della bellezza in modo così unico, così diverso da quello occidentale. Quest’arte così stimolante haprofondamente influenzato le correnti europee di fine Ottocento, regalandoci i frutti della contaminazione dal Simbolismo a Klimt, fino a Matisse e Picasso.
Grazie Milano, per darci ancora una volta l’occasione di conoscere e di sognare!
“Hokusai, Hiroshige, Utamaro. Luoghi e volti delGiappone”Milano, Palazzo Reale, settembre 2016 - gennaio 2017
ORARI:
Lunedì: 14.30–19.30; Martedì, Mercoledì, Venerdì e Domenica: 9.30-19.30; Giovedì e Sabato: 9.30-22.30
L’Italia possiede molti tesori, spesso dimenticati o ignorati, uno di questi è senza dubbio la macchia: uno dei principali ecosistemi mediterranei.
Esploriamo, dunque, questa meraviglia della natura fatta dicolori, sapori e profumi ineguagliabili.
La macchia deriva in buona parte dall’antica foresta mediterannea sempreverde, che ricopriva buona parte della nostra penisola. Essa è composta da arbusti con foglie persistenti poco ampie, di altezza variabile tra i 50 cm e i 4 metri. La macchia si può suddividere in macchia alta e macchia bassa, in base alla composizione floristica e al suo sviluppo strutturale. La macchia alta è composta da specie con chiome che possono raggiungere i 4 metri di altezza: lecci,sugheri e ilatri. A queste si aggiungono il ginepro dalle profumatissime bacche, il corbezzolo e il lentisco.La macchia bassa è composta da una vegetazione prettamente arbustiva e acarattere cespuglioso: euforbia, mirto, ginestra, cisti e rosmarino tra le principali specie.
La macchia mediterranea si distribuisce principalmente nelle zone calde e aride, sviluppandosi su terreni con suolo poco profondo e rapidamente drenante, per i quali la funzione di preservazione idrogeologica della macchia è molto importante. Il microambiente della macchia è un vero tesoro di biodiversità: esso, infatti, custodisce una grande varietà di specie animali che trovano qui riparo e nutrimento.
Se state camminando sugli impervi sentieri delle Cinque Terre o se siete nella Giara di Gesturi in Sardegna, guardatevi intorno, anzi provate a chiudere gli occhi e lasciatevi trasportare dagli aromi inconfondibili della macchia mediterranea: un patrimonio botanico unico che ispira poeti, essenzieri e sognatori.