Utilizzate fin dall’antichità per insaporire cibi e bevande, così come in medicina, farmacia e nella cosmesi, le spezie provenivano per lo più dall’Estremo Oriente e dal bacino del Mediterraneo.
Queste sostanze aromatiche di origine vegetale (pepe, zenzero, chiodi di garofano, cannella,noce moscata…) sono state le regine dei commerci tra Oriente ed Occidente fino al diciassettesimo secolo.
Anche per questa ragione esse hanno sempre rappresentato il viaggio, la lontananza, il mistero di luoghi sconosciuti e ricchi di magia.
Una fragranza speziata trasmette immediatamente una sferzata di energia vitale, la gioia della vita attiva, spingendoci alla scoperta dentro e fuori di noi. Il sogno delle Mille e una Notte ci avvolge sulle note del pepe, del coriandolo e delcumino. Non stupitevi se vi ritrovate su un magico tappeto volante trasportati tra le stelle!
Questo termine venne coniato dal chimico francese René Gattefossé intorno agli anni ‘20 del XX secolo; proprio in quegli annisi intensificò l’interesse intorno alle proprietà benefiche delle piante e dei trattamenti naturali, partendo dalle proprietà medicinali dell’essenza di lavanda.
L’aromaterapia può essere considerata un ramo della fitoterapia che usa gli oli essenziali, ossia le sostanze volatilie fortemente odoranti delle piante. Gli oli vengono estratti solitamente permezzo della distillazione in corrente di vapore, che una volta raffreddato consente la separazione dell'olio essenziale dall'acqua. Gli oli essenzialisono contenuti in strutture specifiche all'interno di vari organi della pianta.
Il termine aromaterapia ha significati diversi a seconda dei Paesi in cui viene usato, ma una definizione comunemente accettata potrebbe essere questa:” l’utilizzo degli oli essenziali per ilmantenimento della salute o perla terapia”. Sebbene l'aromaterapia sia ancora lontana dal poter essere definita come una vera terapia dalla comunità scientifica, il suo utilizzo èormai molto diffuso e sovente abbinato a cromoterapia per aumentare lapercezione soggettiva di benessere.
Cosa ci fa innamorare di una fragranza e cosa ci fa invece detestare un profumo al punto da farci storcere il naso quando lo incontriamo? Certamente il nostro vissuto emotivo influenza in modo potente i gusti olfattivi, basti pensare a quante volte gli aromi ritrovati della nostra infanzia ci sorprendono e ci commuovono(o ci spaventano!). Ma come si compone un profumo? Perché da subito ci sembra dolce e poi “diventa” –ad esempio - agrumato?
Affidiamoci all’autorevolezza dell’Accademia del Profumo, per sapere che:
“…una composizione è una successione di materie prime complementari le une alle altre. Il profumiere creatore realizza la sua composizione grazie ai suoi strumenti, alle sue conoscenze tecniche e al suo senso artistico. La formulerà seguendo un metodo che tiene conto del grado di volatilità e di persistenza delle materie prime, svolgendola nel tempo in tre piani olfattivi teorici: la cosiddetta “piramide olfattiva”.
La piramide è una visualizzazione teorica del grado di evaporazione dei componenti e della loro persistenza. E’ costituita da tre livelli che permettono di illustrare lo sviluppo temporale della fragranza.
Le note di testa: Sono fresche, leggere e di debole persistenza, svaniscono in pochi minuti. Quei pochi minuti che bastano per scatenare la voglia di scoprire la fragranza: ecco perché si definisce questa fase il “volo del profumo” che scatena l'azione dell'acquisto.
Le note di cuore: Sono più potenti e più consistenti delle note di testa. Hanno una media persistenza e costituiscono lo sviluppo del profumo che lascia una scia.
Le note di fondo: Sono le materie prime di grande persistenza che evaporano con lentezza e possono persistere per giorni. Esprimono la personalità del profumo che ne genera la fedeltà nell’uso.”
Ad ognuno di noi, dunque, il bel viaggio di scoperta della propria piramide olfattiva ideale!
Molti conoscono le proprietà antisettiche, decongestionanti e antiossidanti dell’Helichrysum italicum, il “sole d’oro” del Mediterraneo; ma forse non tutti sanno che…
In mitologia, Elicrisa è la ninfa che diede il nome all’elicriso, perchè fu la prima acoglierlo. Secondo la leggenda, la pianta d’elicriso nasce da una bellissima ninfa dai capelli dorati, la quale amando non corrisposta un Dio, alla sua morte fu trasformata in elicriso dagli dei pietosi.
Un antico proverbio dice: “Di fortuna resti intriso, chi si adorna di elicriso”. Un portafortuna, dunque, utile anche per propiziare incontri d’amore. Un mazzetto d’elicriso, lasciato essiccare tutto l’anno e poi fatto bruciare la notte di S.Giovanni, avrebbe permesso di conquistare la persona amata. Questa pianta è molto legata ai “rituali del fuoco” delle feste di San Giovanni. In alcune località della Sardegna ci si lavava le mani, al mattino della festa di San Giovanni, con l’acqua che, dalla sera prima, veniva preparata immergendovi mazzetti di questa pianta in numero dispari.
Quanta magia, in questo dono della macchia mediterranea. Quanta Rinascita, in un solo piccolo fiore!