“Un bel tacer non fu mai scritto” dice il proverbio, ma veri e propri trattati sul tema si diffondono tra il 1600 e il 1700, tra cui quello del nostro autore parigino, che si prodiga nel raccomandare un attento e parsimonioso utilizzo della parola, consapevole dell’importanza dell’autocontrollo individuale per il fiorire della civiltà ed il perpetuarsi del potere. Questo insegna la virtù: mai lasciarsi andare ad affermazioni azzardate o impulsive, che potrebbero destabilizzare i presenti; eppure assai difficile è l’arte del silenzio, poiché difficile è capire quali cose tacere e quali invece dire. Vale, su tutti, un principio generale: “E’ bene parlare solo quando si deve dire qualcosa che valga più del silenzio”. A noi, figli e vittime della sovrabbondanza verbale, questa massima dovrebbe servire a non riempire le – poche - pause di inutili parole, ad imparare a stare con noi stessi e il nostro silenzio per darci la possibilità di essere un attimo prima di dirlo.
Abate Dinouart, “L’arte di tacere”
Sellerio editore Palermo
Il pittore Pieter Paul Rubens (1577-1640) può essere considerato come l’artista che diedeil maggior contributo alla definizione di una pittura barocca. Il suo stile magniloquente, che privilegia la complessità di motivi e linee e la vivacitàdei colori, insieme alla sua tecnica virtuosa hanno prodotto opere inconfondibilie di grande preziosità. La sua attività pittorica si è sviluppata principalmente ad Anversa, ma molti sono stati i suoi soggiorni all’estero. Tra questi il soggiorno in Italia tra il 1600 e il 1608, che gli permise di approfondire laconoscenza di autori del 500 quali Tiziano, Veronese e Tintoretto, si èrivelato di particolare importanza.
La mostra aPalazzo Reale sottolinea, proprio a partire dall’influenza dell’arte antica ecinquecentesca su Rubens, l’ascendente del maestro fiammingo sui pittoriitaliani più giovani, protagonisti del Barocco, come Pietro da Cortona,Bernini, Lanfranco e Luca Giordano. Questo intreccio di rapporti viene esemplificato grazie alle opere (quasiun centinaio) dei differenti autori presenti a Milano e provenienti dalle più prestigiose collezioni italiane e internazionali, testimoni della bellezza della contaminazione e del valore della pluralità di espressione nell’ambito artistico. Ancora una volta: grazie Milano!
Pieter Paul Rubens e la nascita del Barocco
Milano, Palazzo Reale
dal26.10.2016 al 26.02.2017
La bellezza di Milano è tale perché discreta, fatta di giardini e corti segrete e proprio per questo magiche. Perdetevi tra le storiche viuzze milanesi e, tra i meravigliosi gioielli in cui ci si può imbattere a Milano, vi si aprirà al civico 5 di via cappuccio uno spazio inatteso: Casa Ucelli di Nemi.
Il chiostro quattrocentesco a doppio loggiato, di una semplicità che lascia stupefatti, è l’ultima traccia del Monastero delle Umiliate di Santa Maria Maddalena al Cerchio. Furono i fondatori del Museo della Scienza, Carla e Guido Ucelli, ad acquistarlo nel 1914, salvandolo dalla distruzione e restaurandolo con cura ed attenzione.
L’incanto di questo luogo speciale prosegue recandosi sul retro dell’edificio dove si aprono giardini con piante secolari, resti dei grandi orti monastici che fino al 1700 occupavano l’area. Un delicato e poetico regalo per il Sé.
Casa Ucelli di Nemi
Via cappuccio 5
Milano
Se vi trovate a Parigi o avete la possibilità di recarvici durante il mese di ottobre, non perdete l’occasione di attraversare le vivaci rue del Marais e di addentrarvi nell’intimo cortile su cui si affaccia la galleria di Eric Dupont, lo spazio luminoso e raccolto che ospita la mostra di Sandro Kopp. Questo artista tedesco ci propone una riflessione sul tempo attraverso i suoi dipinti. La prima serie di questo lavoro, intitolata « The New Me » ed esposta a Milano nel dicembre 2014 con il supporto di YouFirst, aveva visto una serie di 28 autoritratti dipinti uno al giorno per un mese, in una successione temporale che contempla tutte le differenze e gli errori di ogni giorno vissuto. Nella nuova serie presentata con « Take Time » Kopp racconta, attraverso i ritratti, i suoi compagni di vita nel periodo trascorso in Nuova Zelanda. Prendevi tempo sembra, appunto, suggerirci l’artista e lasciatevi trasportare dai volti e dai luoghi dipinti con il suo tocco cosi personale. Sarà una meraviglioso viaggio nella vostra anima, una perfetta esperienza di Rinascita.
Sandro Kopp, Take time
Galerie Eric Dupont
Paris
8th-29th October 2016