17 gennaio 2018

RACCONTI DI RINASCITA

L’arte di coltivare l’orto e se stessi
MICHELE DEL RE, IL SEGRETO DEL GIARDINO DEL SOGNO



“Se decidi di giocare, gioca bene”. Fedele a questo motto, la scrittrice esordisce raccontandoci il suo primo, inaspettato approccio con l’arte della coltivazione, non voluto. Trovandosi di fronte ad un terreno che correva il rischio di divenire incolto e abbandonato, non riesce a negarsi e s’impegna a tenerlo vivo. Cosi, grazie alle sue abili mani, il terreno conosce una nuova stagione felice. Inizia da questo evento inatteso l’esperienza della scrittrice con l’orto e con la dimensione del coltivare, cosi legata alla terra ma che scopre man mano esser estremamente vicina allo spirito. Educando la terra, l’uomo educava sé, o come scriveva un filosofo greco “l’uomo è a se stesso il campo da coltivare, la buona semente il contadino esperto”.

Affascinante è il viaggio in cui ci guida l’autrice nei dettagli di aratura, semina, nelle tappe di crescita dalla semente all’ortaggio, nell’attenzione sempre fondamentale (citando Simone Weil “Mai, in nessun caso, un vero sforzo di attenzione va sprecato), nella Cura come esercizio e impegno quotidiano: aver cura di un orto è un modo di amare e curare la Vita. Cura esemplificata nel dare acqua, nel sostenere, scacchiare, cimare e sarchiare…perché ciò che conta non è il riuscire ma l’aver cura come base che rende possibile l’esistenza umana in quanto umana. Attraverso la descrizione di questi piccoli ma concreti e continui gesti d’amore, attraverso la descrizione del prezzemolo e della zucchina, può sembrare paradossale ma in realtà comprendiamo appieno il senso della vita e la sua dimensione contemplativa che, come dice Panikarr, non è né pura contemplazione né azione sola; piuttosto è l’azione contemplativa e la contemplazione attiva, la vita non scissa. Il suo nome è saggezza”.


Adriana Bonavia Giorgetti
L’arte di coltivare l’orto e se stessi
Ponte alle grazie

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